mercoledì 3 marzo 2021

GUARDIA DI FINANZA: DIFFORMITÀ NELLE MASCHERINE DESTINATE ALLA TUTELA DEI SANITARI, L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA DISPONE IL SEQUESTRO.

GUARDIA DI FINANZA: DIFFORMITÀ NELLE MASCHERINE DESTINATE
ALLA TUTELA DEI SANITARI, L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA DISPONE IL
SEQUESTRO.
I finanzieri del Comando Provinciale di Gorizia stanno eseguendo presso le strutture
sanitarie del Friuli Venezia Giulia il sequestro di nove tipi di dispositivi di protezione
individuale per le vie respiratorie inefficaci in quanto non conformi agli standard previsti
per la classificazione che riportavano.
I modelli di mascherine classificati KN95, FFP2 e FFP3 che sono risultati privi dei
requisiti necessari per essere considerati “Dispositivi di Protezione”, sono stati acquistati
dalla struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza per essere distribuiti ad
Infermieri, Medici, in servizio presso le RSA e le strutture sanitarie regionali, ivi comprese
quelle dedicate al COVID-19.
Nel dettaglio, le menzionate mascherine venivano distribuite finanche agli equipaggi delle
ambulanze, ai “caregiver” e operatori sanitari dell’assistenza domiciliare, nonché a quanti
impegnati nelle stanze di degenza di pazienti risultati positivi al COVID, sale operatorie e
aree interventistiche.
Le indagini, che in questa fase si sono concentrate sui DPI che presentavano le maggiori
anomalie formali e documentali, come l’abuso del marchio CE, hanno consentito di
ricostruire la filiera di distribuzione e contestare l’ipotesi di reato di “Vendita di prodotti
industriali con segni mendaci” di cui all’art. 517 del Codice Penale.
Le meticolose analisi di laboratorio hanno, infatti, permesso di appurare che un modello
su due dei campioni acquisiti nell’ambito degli accertamenti era classificabile come
mascherina antipolvere (FFP1) o inferiore. Infatti, alcuni modelli hanno rivelato una
capacità filtrante 10 volte inferiore rispetto a quanto imposto dagli standard europei FFP2
e cinese KN95, instillando negli operatori sanitari una falsa sicurezza in merito
all’efficacia protettiva.
Tutte le mascherine in questione sono state validate, per effetto delle semplificazioni
istruttorie previste dalla normativa emergenziale che ha derogato ai ben più rigorosi
standard di sicurezza previsti dalla normativa comunitaria, mediante la sola analisi della
documentazione fornita dai produttori cinesi e successivamente rivelatasi non veritiera.
Sono in corso gli accertamenti necessari per individuare responsabilità nella catena di
approvvigionamento e quantificare quante mascherine della stessa tipologia siano state
impiegate o siano tuttora in uso su tutto il territorio nazionale.
L’attività si inquadra nel quotidiano lavoro svolto dalla Guardia di Finanza teso alla tutela
e protezione del cittadino, anche nei luoghi di lavoro, da prodotti insicuri e/o recanti false
indicazioni, oltre che alla verifica del corretto impiego dei fondi pubblici.

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