giovedì 4 marzo 2021

Dal Consorzio Culturale del Monfalconese due progetti per diffondere la conoscenza sul tema amianto.

Dal Consorzio Culturale del Monfalconese due progetti per diffondere la conoscenza sul tema amianto.



Alle spalle un progetto come Asbestos, realizzato assieme ad Associazione Metarte e Associazione Esposti Amianto Monfalcone, il Consorzio Culturale del Monfalconese conferma il suo impegno sul tema dell'utilizzo dell'amianto nel territorio del Basso Isontino e del Friuli Venezia Giulia e il drammatico impatto che l'esposizione alle fibre del minerale sta ancora avendo sulla salute della popolazione.

Il CCM lo fa riprendendo in questi giorni il progetto didattico rivolto agli istituti superiori "Te lo racconto io l'amianto", cofinanziato da AEA Monfalcone, e avviando, con il Comune di Monfalcone, Lilt Isontina, AEA e una serie di esperti e agenzie esterne, quello per la creazione nel Museo della Cantieristica di Monfalcone di uno spazio dedicato alla valorizzazione del Fondo Bianchi. Vale a dire all'insieme di documenti, di cui è depositario il CCM, lasciato dalla famiglia dell'ex primario dell'Anatomia patologica dell'ospedale di Monfalcone che, con la sua attività, per primo lanciò l'allarme e sottolineò la portata dei danni provocati dall'esposizione all'amianto nel cantiere di Monfalcone e in altre realtà produttive. L'obiettivo è quello di rendere accessibile il tema, contribuendo quindi a farlo conoscere ancora di più, attraverso la realizzazione di un'aula multimediale all'interno del MuCa, dove già è stato creato dal Comune in questi ultimi due anni uno spazio che racconta l'impatto, sociale e sanitario, dell'uso dell'amianto, anche attraverso un memoriale con i nomi delle vittime.

Proprio dal progetto rivolto alle superiori, e che già lo scorso anno scolastico ha coinvolto una terza e una quarta dell'indirizzo scientifico del Liceo Buonarroti di Monfalcone, emerge una conoscenza della pericolosità del materiale, a livello sanitario e ambientale, ma non la sua "storia" nel territorio, come hanno rilevato le operatrici di Benkadì, che per il CCM lo sta sviluppando. Con "Te lo racconto io l'amianto" gli studenti, quindi, dopo una prima parte di avvicinamento al tema, sotto il profilo sanitario-sociale e ambientale, sono stati suddivisi in gruppi, incaricati di raccogliere e documentare la memoria dell'uso del minerale e del suo carico sulla vita di ex lavoratori esposti e dei loro famigliari e di produrre una comunicazione sul tema "da giovani per giovani". E' stato creato un questionario per cercare di entrare in contatto con nuove voci e quindi nuovi racconti, che non hanno però potuto essere sentiti a causa dell'emergenza sanitaria. L'esperienza sta venendo però ora ripresa, viste le limitazioni ancora esistenti, facendo parlare alcuni esperti e ricercatori, come l'ex aiuto del professor Bianchi e poi responsabile dell'Anatomia patologica dell'ospedale di Monfalcone Alessandro Brollo e Violetta Borelli, ricercatrice e docente del Dipartimento di Scienze della vita dell'Università di Trieste, impegnata nel progetto di ricerca finanziato da Lilt e Comune di Monfalcone che punta a individuare delle cause genetiche nella predisposizione o resistenza allo sviluppo del mesotelioma della pleura. Anche il presidente della Commissione regionale amianto, il pneumologo Fabio Vassallo, ha già dato la propria disponibilità.

Alle restrizioni imposte dalla pandemia Benkadì ha risposto anche trasformando una parte dei contenuti del progetto in uno strumento utilizzabile a distanza e capace di stimolare una partecipazione attiva dei giovani, e che ha coinvolto già lo scorso novembre 10 classi di tutti gli indirizzi dell'Isis Pertini di Monfalcone, per un totale di 80 studenti impegnati. Il CCM ha proposto quindi l'attività a inizio anno agli istituti superiori dell'Isontino e l'interesse e la risposta sono stati importanti, perché hanno aderito, oltre al Buonarroti, l'Isis Pertini di Monfalcone-Grado, l'Isis Bem di Staranzano-Gradisca d'Isonzo e l'Isis D'Annunzio-Fabiani di Gorizia per un totale di 15 classi al momento già coinvolte. Questo percorso breve è inoltre accompagnato da un questionario per comprendere la conoscenza dei ragazzi sul tema prima e dopo la loro partecipazione al progetto.

Le quarte e quinte del Buonarroti già impegnate dallo scorso anno scolastico concluderanno invece il loro percorso con una restituzione alla comunità del prodotto del loro lavoro. La volontà è quella di organizzare un evento, se possibile, in presenza il 30 aprile, due giorni dopo quindi la Giornata mondiale delle vittime dell'amianto.

 

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