martedì 20 settembre 2022

Cerimonia per il 75° anniversario del ritorno di Monfalcone all'Italia - Comunicato stampa

 Cerimonia per il 75° anniversario del ritorno di Monfalcone all'Italia.

 


Si è svolta questa mattina, presso il Monumento ai Caduti di via Fratelli Rosselli, la cerimonia per il 75° anniversario del ritorno di Monfalcone all'Italia, alla quale hanno preso parte, oltre al sindaco, Anna Cisint, una rappresentanza del Comune di Ronchi dei Legionari, le Associazioni d'Arma, il Coro Grion e alcuni studenti delle scuole Toti, Randaccio e Giacich. 

Un anniversario importante, il settantacinquesimo, con una celebrazione che ha ricordato come, nel 1947, la città sia tornata ad essere italiana quando, a mezzogiorno del 18 settembre, il governatore della città - il maggiore Harrie - presentò alla delegazione italiana le autorità monfalconesi che avevano collaborato con la Giunta Militare Alleata che si era insediata nel giugno del 1945.

Poco prima delle quattro del pomeriggio, entrarono finalmente in città la Compagnia territoriale dei Carabinieri - la 32a Compagnia blindata del battaglione «Padova» - e i reparti della Guardia di Finanza e della Pubblica Sicurezza.

Due giorni dopo, davanti al Municipio, venne celebrata la cerimonia del passaggio dei poteri e il Tricolore ritornò a sventolare sul Palazzo comunale.

Tutta la città fu presente, mentre la fanfara di un reggimento scozzese suonò gli inni alleati, tra balli e canti di gioia.

Dopo cinque anni di governo straniero, prima quello militare tedesco, poi quello alleato - inframezzato dai quaranta tragici giorni di occupazione da parte delle truppe jugoslave del maresciallo Tito - Monfalcone tornò italiana.

Nel corso della cerimonia, il sindaco Cisint ha commentato così gli avvenimenti storici: “Le immagini e le storie di quella stagione ci rimandano all’esultanza della popolazione per quel momento speciale.

Monfalcone, città italiana, ritornò ad appartenere alla nostra Patria, per la quale migliaia e migliaia di giovani si erano immolati, durante la Grande Guerra, nelle trincee del nostro Carso.

Il nostro territorio usciva da un periodo oscuro e di incombente terrore: dal 1945 migliaia di cittadini italiani erano spariti o finiti nelle foibe per la loro fedeltà all’Italia”.

Ricordati anche i duemila “cantierini” che scelsero di trasferirsi nella Jugoslavia comunista di Tito - che aveva


tentato di annettere con la violenza il nostro territorio - alcuni dei quali finirono rinchiusi nel campo di concentramento di Goli Otoc, l’Isola Calva. Molti di loro poi ritornarono a Monfalcone, scegliendo la libertà e la democrazia italiane.

Cisint, nel suo discorso, ha rimarcato “Il dovere di richiamare quei fatti, perché oggi possiamo apprezzare la forza e il valore di ciò che ha significato per la nostra comunità l’appartenenza italiana.

Si tratta del lascito prezioso dei nostri padri, delle nostre madri, dei nostri nonni, che si rimboccarono le maniche e dalle devastazioni di quell’epoca ci hanno consegnato una società libera e prospera.

A questo ci riferiamo quando rivendichiamo nei nostri impegni: il lavoro, la patria, la famiglia. All’eredità che ci è stata trasmessa dalle generazioni che ci hanno allevato e guidato; alle radici che sono fondamento della nostra evoluzione”.

Il discorso del sindaco continua con un parallelismo tra i fatti del '47 e l'attuale momento storico che stiamo vivendo: “Nelle debite proporzioni e pur nel contesto della modernità che oggi viviamo, siamo un po’ come nel 1947 a ricostruire la nostra piena identità, a recuperare le pagine di storia che si volevano cancellare, a riprendere i valori sani di quel tempo.

Dobbiamo perseverare, pur nel cambiamento necessario, a recuperare ciò che è andato perso e degradato, non soltanto in termini materiali, ma anche culturali e identitari.

L’adesione alla Patria italiana ha garantito la nostra libertà e la democrazia e oggi come allora è necessario avere il senso della sovranità nazionale come guida morale della nostra visione e dei nostri comportamenti”.

In conclusione, un pensiero rivolto ai giovani: “Alle generazioni più giovani, che hanno vissuto e vivono in un contesto fortunatamente molto diverso dagli anni della ricostruzione materiale del Paese, possiamo semplicemente testimoniare che la condizione di oggi, nella quale studiano o vivono, si poggia sul fondamento della libertà conquistata con l’appartenenza nazionale e sulla verità dei fatti della storia, depurati dalle ideologie dell’odio.

Tutte le ricorrenze che legano Monfalcone a una delle storie del Novecento fra le più complesse in Italia sono importanti, ma questa ricorrenza assume un valore maggiore, speciale, perchè segna la data che ha inciso in maniera determinante sul nostro destino.

È dovere civico tramandarne la memoria perché sono parte essenziale della nostra identità e della nostra appartenenza, lascito amoroso dei nostri genitori”.

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