martedì 22 giugno 2021

RICORRENZA 75° DELL’ACCORDO ITALO-BELGA OMAGGIO AL LAVORO DEI CORREGIONALI ALL’ESTERO

 Nella ricorrenza del 75° anniversario dell’accordo italo-belga, l’Associazione Clape nel Mondo

organizza una conferenza-stampa

per ricordare il lavoro dei corregionali in Belgio, e in particolare nelle miniere della Vallonia, e i
profondi legami che ancora permangono con la comunità dei corregionali in quel Paese.

Interverrà l’Assessore regionale Pierpaolo Roberti
e saranno presenti alcuni dei testimoni di quell’esperienza.

Mercoledì 23 giugno alle ore 11.30 all’Hotel Savoia Excelsior, riva Mandracchio 4 Trieste

Con l’invito a partecipare.

Presentazione
Nel secondo dopoguerra il Friuli Venezia Giulia è stata la regione italiana ai primi posti per numero
di emigranti in Belgio rispetto al totale della propria popolazione. Ne furono coinvolti migliaia e
migliaia di corregionali, in particolare delle Valli del Natisone e della Carnia, ma anche di tutte le
altre province della regione.
A determinare questo rilevante flusso fu il trattato italo-belga, siglato il 23 giugno del 1946, che
prevedeva che i lavoratori italiani, nel numero di 2.000 alla settimana, venissero destinati al lavoro
nelle miniere di carbone assicurando in cambio una determinata quantità di carbone per ogni
minatore inviato in Belgio. Il protocollo italo-belga inaugura la stagione dei patti bilaterali siglati
dall’Italia. Si prevede complessivamente l’invio di 50.000 operai per l’impiego esclusivo nell’attività
estrattiva in cambio di una fornitura garantita di una quantità di carbone fluttuante tra un minimo
di 2.500 ed un massimo di 5.000 tonnellate, a seconda dei livelli di produzione, per ogni 1.000
operai inviati.
In realtà fra il '46 e il '57 in Belgio arrivarono 140 mila lavoratori italiani e tutt’ora le persone di
origine italiana iscritte nell’Anagrafe degli Italiani all’estero, Aire, sono 235 mila, quasi il 5 per
cento della popolazione.
Nell’atrio delle chiese, dei bar, dei luoghi pubblici dei nostri paesi, specie nei piccoli centri
periferici, comparvero gli inviti a partire per i giovani sino a 35 anni d’età, con la promessa di
contratti di lavoro allettanti, che tali non si rivelarono in realtà, e che prevedevano di rimanere in
miniera per 5 anni, con l’obbligo tassativo - pena l’arresto - di farne almeno uno. In tanti
raccolsero l’invito e in Belgio si creò così una vera e propria comunità di corregionali friulani e
giuliani.
Le condizioni del lavoro nelle miniere cambiarono con la tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956,
nella quale 65 anni fa, persero la vita 262 persone, delle 275 presenti, di cui 136 italiani, diversi
dei quali originari dalla nostra regione. Al momento della tragedia, la popolazione mineraria
italiana era quella di una cittadina di media grandezza: 45.519 lavoratori, divisi per i cinque
distretti minerari, rappresentando quasi la metà della manodopera delle miniere.
Da quell’esperienza, il legame con le migliaia di italiani di origine friulana e giuliana e dei loro
discendenti presenti in Belgio si è consolidato e mantiene profonde radici. I nostri corregionali

svolgono un ruolo importante nella società belga nel rispetto della dignità del lavoro e
dell’ordinamento di quel Paese.
La conferenza-stampa vuole essere un omaggio al lavoro dei corregionali all’estero, dove sono
diventati parte onorata di tante nazioni.
Saranno presenti alcuni testimoni dell’esperienza dell’emigrazione di quelli anni che ora vivono in
Friuli Venezia Giulia.

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